Alla scoperta di Manduria, la città dei Messapi e del Vino Primitivo.
Manduria (Μανδόριος o Μανδόνιον in greco antico), ex Casalnuovo, è un comune italiano di 31.420 abitanti della provincia di Taranto in Puglia. La cittadina, situata nel Salento settentrionale, è equidistante da Taranto, Lecce e Brindisi. Da questo scaturisce il motto cittadino "Il Salento ha un Cuore". Manduria è nota anche come "Città dei Messapi" e del "Primitivo". Il nome Manduria potrebbe derivare dall'indoeuropeo mandus che significa "cavalli" (i messapi erano abili allevatori di cavalli) o molto più probabilmente l'etimologia della parola ricorda mand-Uria cioè avanti a Oria, città confinante con Manduria e capitale politica della Dodecapoli messapica, secondo questo filone di pensiero Manduria rappresentava un avamposto tra il centro messapico e la nemica Taranto.
STORIA
Fondata dai Messapi, porta ancora numerose testimonianze del suo antico passato, tra le quali le mura megalitiche, circondate dai resti del fossato che circondava la città, e la necropoli. Affrontò varie guerre con la vicina Taranto, durante una delle quali trovò la morte Archidamo III nel 338 a.C., re di Sparta, alleato dei Tarantini.Manduria intorno al 260 a.C. entrò a far parte dei domini di Roma assieme agli altri centri del Salento. Durante la discesa di Annibale in Italia, Manduria si schierò tra le città ribelli a Roma e per questo la repressione fu molto dura: le fonti storiche riferiscono della deportazione di migliaia di uomini (Q. Fabius consul oppidum in Sallentinis Manduriam vi cepit. Ibi ad tria milia hominum capta et ceterae praedae aliquantum). A Manduria vi passava la via Traiana o via Sallentina. Strada romana che iniziava dalla via Appia nei pressi di Taranto, giungeva a Manduria e si dirigeva ad Avetrana, Nardò, Alezio, Ugento per terminare ad Otranto. Era larga almeno 4 metri e lastricata. Sulla Tavola Peutingeriana oltre al tracciato si leggevano anche le distanze in miglia: "Taranto XX Manduris XXIX Neritum" (20 miglia tra Taranto e Manduria e 29 miglia tra Manduria e Nardò). Distrutta nei secoli successivi dai Saraceni, venne rifondata nell'XI secolo con il nome di Casalnuovo, occupando solo parzialmente la vecchia città di Manduria ed espandendosi verso occidente, lasciando inedificata la zona orientale già destinata all'antica necropoli. La cittadina di Casalnuovo in Terra d'Otranto fu infeudata alla famiglia Hugot (dal 1339), alla quale successero i De Tremblay (XV secolo) e quindi i De Raho, i Montefuscoli, i Dentice, i Castromediano, i Bonifacio, i Borromeo, i Chyurlia ed infine gli Imperiali di Francavilla, che la tennero sino alla fine del secolo XVIII. Con decreto reale del 17 novembre 1789 Ferdinando I di Borbone, re delle Due Sicilie, le restituì il suo antico nome di Manduria. Il 4 febbraio 1895 Umberto I re d'Italia, concesse al comune di Manduria il titolo di città. Lo stesso anno il comune deliberava che una lapide murata sotto l'arco di Porta Napoli ricordasse le date memorabili della città.
Il centro storico di Manduria si sviluppa in una serie di stradine strette e contorte, in cui è molto facile perdersi se non si conosce bene il luogo. Tra i monumenti principali che si trovano in questa area vi sono la chiesa collegiata romanica (meglio conosciuta come chiesa Madre), il ghetto ebraico di epoca medievale, la torre dell'orologio, palazzi gentilizi costruiti in varie epoche e tratti dell'antica cerchia muraria messapica. Recentemente alcuni scavi hanno portato alla luce tombe, vasi e monete del periodo romano; ciò è accaduto anche altre volte vista la storia millenaria della città.
Chiesa Madre (XV secolo)
Ogni manduriano guarda a questo edificio come al monumento più insegne della città, senza celare la fierezza per questa nobilissima chiesa, pregevole esempio di architettura religiosa pugliese che, all'evidente impianto romanico, fonde influssi ed elementi tardo-gotici e catalaneggianti. L'edificio fu realizzato nello stesso luogo dell'antica chiesa medievale, molto più piccola, limitata quasi soltanto allo spazio dell'attuale presbiterio. A questa chiesa precedente appartenevano i due leoni stilofori oggi collocati ai lati del Portale; la loro fattura lascia immaginare l'importanza di quello che dovette essere un piccolo - grande gioiello architettonico di molti secoli fa, poi andato perduto. La costruzione della chiesa attuale fu iniziata invece sul finire del XV secolo ed ultimata entro la seconda metà di quello successivo, forse nel 1562. Non si conosce il nome dell'architetto, pur se lo splendido Portale col soprastante rosone della facciata, e il Fonte Battesimale (datato 1534), risultano opera del maestro Raimondo da Francavilla.
L'edificio, di pianta quadrata, si compone di cinque navate, la centrale, col soffitto ligneo a cassettoni restaurato nel 1938, si continua col presbiterio ad un'alta, elegante abside esagonale. La navata centrale è sorretta, come le altre, da colonne che si presentano più alte e possenti terminandosi negli originali capitelli compositi. In coincidenza del presbiterio restano i basamenti di pilastri polistili appartenenti alla chiesa dell'XI secolo. DI particolare interesse sono le volte delle più piccole navate laterali d'influsso catalano ed anche il pulpito ligneo del 1608, indicato fra i monumenti di interesse nazionale.
L'interno della "Collegiata" è di particolare suggestione, ogni suo spazio ed elemento meriterebbe sottolineatura, legato com'è al passato di Manduria. I due "cappelloni", uno dedicato al S.S. Sacramento e l'altro al patrono S. Gregorio Magno. Ma l'attenzione si sofferma anche sulla facciata dal frontone cuspidato, con lo splendito rosone e il bel Portale sormontato dalla lunetta con l'altorilievo della Trinità cui la chiesa è dedicata. Il campanile, incorporato fra le navate a destra e il presbiterio, è composto da cinque piani sovrapposti, con finestra monofore, colonnine che decorano queste ultime e gli spigoli, mascheroni e decorazioni zoomorfe e mitologiche, è un manufatto architettonico che desta l'interesse degli studiosi.
Il Calvario
È un monumento realizzato nella seconda metà del XIX secolo dal laico professor Giuseppe Renato Greco. Si tratta di una rappresentazione di alcune scene della Passione di Cristo, unica nel suo genere perché realizzata con un gran numero di conchiglie e cocci di ceramica di varie epoche e colori. Il Calvario si trova in via Maruggio 8.
Palazzo Imperiali-Filotico
Sui ruderi del castello medievale fu concepita una nuova residenza principesca da don Michele III Imperiali, feudatario di Casalnuovo nel 1717 come elemento fondamentale di un importante piano di rinnovamento urbanistico della città. Il palazzo è concepito secondo lo schema classico della dimora urbana, a pianta quadrata e isolato sui quattro lati: per lo stile severo ed austero risultano evidenti le caratteristiche di unicità nel panorama del tardo barocco salentino, dal quale esso si discosta decisamente. Interessanti appaiono, invece, le analogie con esempi tardomanieristici romani a cavallo tra XVII e XVIII secolo. L'unica concessione al gusto rococò del tempo è costituita dalla lunga balconata in ferro lavorato "a petto d'oca".
Fonte Pliniano
Nell'area archeologica, immediatamente a sud del convento di Sant'Antonio, sorge il Fonte Pliniano. Risale quasi certamente all'epoca messapica ed è situato nei pressi dell'antico abitato (messapico anch'esso), a poca distanza dalle mura; prende il nome da Plinio il Vecchio, che descrisse il fonte nella sua Historia Naturalis. È una grande caverna naturale di 18 metri di diamentro e 8 metri d'altezza, accessibile da una scala a due rampe, con 20 gradini, scavata anticamente nella roccia. Nella volta si apre un lucernario quadrato, parzialmente costituito da grandi blocchi usati in periodo messapico; il punto da cui filtra la luce presenta un muro circolare di accurata fattura (rifacimento successivo di epoca imprecisata). Il fatto più sorprendente, però, è che proprio in quel punto vi mette le radici un mandorlo.[7] All'interno della grotta c'è una vasca, cinta anch'essa da un muro rotondo, dove tuttora scorre l'acqua proveniente dal fonte, dalla stessa sorgente sotterranea che Plinio descrisse con molto stupore: l'acqua, infatti, mantiene sempre costante il suo livello, anche quando veniva anticamente usata per ogni uso dai manduriani. Ciò avviene perché il pavimento della caverna è posto al livello della falda, e quindi l'acqua filtra attraverso la roccia e mantiene il livello inalterato. Il fonte pliniano fu usato dai Messapi come un luogo di culto, dedicato probabilmente ad una divinità delle acque.
Aree naturali
Boschi Cuturi e Rosamarina
Area naturale protetta (individuata il 1997), comprende macchia mediterranea. I boschi Cuturi e Rosamarina sono distese di querce miste a pini e a macchia mediterranea di mirto, mortella, lanterno, pero mandorlino (calaprico, pirascinu), corbezzolo. Tra le piante e i frutti eduli di prato e di macchia abbiamo: i corbezzoli, i mirti, i prugnoli, i sorbi, il ginepro ecc. Tra le erbe aromatiche: il finocchio selvatico, la menta, il timo, il rosmarino, la salvia, l'origano. Gli animali esistenti - nonostante le gravi alterazioni ambientali provocate dall'uomo - sono: il riccio, il rospo, la lepre, la volpe, la rana, la lucertola, il ramarro, l'orbettino, la donnola, il topo campagnolo, la mosca olearia. Tra gli uccelli troviamo: l'allodola, il tordo, il falco, il barbagianni, la civetta, l'anatra. Gli animali domestici sono ovini, caprini, bovini, suini, equini.
Duna costiera e Palude del Conte
Area Naturale Protetta (individuata nel 1997), comprende una zona umida retrodunale nella fascia costiera compresa nei comuni di Manduria, Avetrana e Porto Cesareo (Le).
Torre Colimena
Area Naturale Protetta (individuata nel 1997), comprende la zona costiera con salina artificiale (Salina dei Monaci). Località marina sorta attorno all'omonima torre di avvistamento. La zona costiera con dune e salina artificiale è stata individuata dal 1997come Area naturale protetta.
SALENTO GEOGRAPHIC
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